mercoledì 4 dicembre 2013

Cassinazza dieci anni dopo


da possibile speculazione edilizia a discarica a cielo aperto



Molte macchine sono passate sulla Paullese da quando fu presentato 
al comune di Pantigliate il piano di recupero della Cascina Cassinazza. 
Era il 2004. 

Quello che doveva essere un ambizioso piano di trasformazione del territorio, è franato miseramente: la cascina ormai abbandonata sarebbe dovuta diventare un agglomerato residenziale con annesse strutture sportive e aerea commerciale. Nonostante il parere contrario dell’ente Parco Agricolo Sud Milano (scarica qui la delibera), che non vedeva nel piano di recupero il rispetto del mantenimento della struttura originaria, il piano fu approvato e si diede il via ai lavori. Pronti via la cascina fu completamente abbattuta.
Auto abbandonata alla Cassinazza

L’intervento delle forze dell’ordine bloccò i lavori e la causa giudiziaria è ancora in corso. Al Comune di Pantigliate non è stata imputata alcuna responsabilità penale, ma quello che ci rimane è un ammasso di ruderi che non fanno bella mostra di sè. Il luogo oramai abbandonato a se stesso, negli anni è stato usato come discarica abusiva, e ai cittadini fruitori della campagna e dei suoi sentieri non rimane che piangere a vederne lo scempio. 


E ora tutti giocano a scarica barile, nel senso che barili di olio combustibile (e chissà che altro), vengono scaricati in campagna insieme ad altri rifiuti, e macchine abbandonate. Il degrado totale, una discarica a cielo aperto, mentre sarebbe bastato chiudere la strada di accesso con delle transenne, o con un blocco di cemento. 

Ma si sa, quando il cemento serve a salvaguardare l'ambiente non viene preso in considerazione. Come al solito è sempre una questione di priorità, ma quando veramente l’ambiente sarà considerato una priorità? E quando gli oneri di urbanizzazione verranno dimenticati, e gli amministratori avranno solo a cuore il bene del proprio territorio? 

Intanto, andando verso la Cassinazza, questo è lo spettacolo:




9 commenti:

  1. Che delusione. Ma perchè , perchè?

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  2. Credo che l'area debba essere espropriata e bisognerà pensare ad un piano di recupero dell'area!

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  3. Sicuramente è necessario un piano di recupero serio e fattivo, perché quel luogo è un bene di tutti.

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    1. Scusate se mi permetto, ma non vi rendete conto che è un posto del cavolo vicino alla autostrada Paullese ed in mezzo alle rogge(inquinate) ed alle solite discariche a fianco le strade e perdipiù contornata da prostitute giorno e notte.....
      Se quello è un bene... cosa sarà allora il male ??

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    2. A voler vedere bene, anche Pantigliate è un paese sperduto in mezzo al nulla delle rotonde, un pezzo di periferia-dormitorio triste e senza niente; a voler vedere bene, anche Milano è un luogo invivibile, inquinato, affollato e per nulla accogliente; a voler vedere bene, anche l'Italia è un paese che sta andando a rotoli e in cui la vita delle persone è sempre più scadente. A voler vedere bene....
      Ma di questo passo non si va da nessuna parte. Certo che ci rendiamo conto che è un posto del cavolo, basta guardare le foto che abbiamo pubblicato, non ci vuole un genio. Certo. Ma dieci anni fa non era un posto così del cavolo, pur essendo a margine della Paullese. Se lo spirito con cui gestiamo il NOSTRO territorio è: "Ma guarda che posto del cavolo", non lamentiamoci poi che tutto andrà male.
      Oppure vogliamo che quel posto "del cavolo" rimanga tale in eterno?

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  4. ma l'errore grande è stato nel dare l'ok ad abbatere la cascina non fermare tutti i lavori dopo

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    1. Il problema è proprio questo: è stato firmato un piano di recupero che non prevedeva l'abbattimento della cascina, ma la sua "riqualificazione", (il che non vuol dire che fosse un buon piano di recupero, anzi...). Poi l'azienda incaricata di eseguire i lavori l'ha abbattuta, contravvenendo al piano. Quindi l'Amministrazione ne è uscita pulita, perché effettivamente non ha dato ordine di abbattere la cascina. Ma la situazione era già sbagliata in partenza: bisognava approvare un piano di recupero che non snaturasse la cascina e bisognava vigilare sull'esecuzione dei lavori. Invece, quando ci si è accorti di quello che stava succedendo, era ormai troppo tardi.
      Infine, l'ultimo errore è stato disinteressarsi di quell'area, come se, una volta distrutta la cascina, quel territorio non fosse più parte del paese. E ora ci ritroviamo senza cascina e con rifiuti di ogni tipo al suo posto....

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  5. Ma tanto la discarica non c'é, che male si fa se si scarica qualche cosina lì?
    Tanto le portano via lo stesso le macerie prima o poi e magari paga la cooperativa edilizia proprietaria, o no?

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    1. I due problemi si legano a filo doppio, hai perfettamente ragione....

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