venerdì 20 settembre 2013

Gazebo di Pace

SABATO 21 SETTEMBRE


GIORNATA 

MONDIALE 

DELLA PACE

  

"Quando due elefanti si combattono, sono i fili d'erba a soffrire"
Proverbio degli indiani d'America Mohawk

Afghanistan, Iraq, Mali, Libia, Palestina, oggi la Siria: questi sono solo alcuni esempi di guerre in atto (anche se spesso ce ne dimentichiamo) in tutto il mondo.  Lo sanno più di tutti i civili di quei paesi, costretti ogni giorno a vivere senza la certezza di tornare a casa la sera. I bambini afghani non possono giocare liberi per via delle numerosissime (e tristemente celebri) mine antiuomo; la Libia e la Siria sono martoriate da guerre civili di cui è sempre più difficile capire gli sviluppi. Senza contare tutte le guerre "latenti", tutte i conflitti che appaiono spenti, ma che, come vulcani, sono sempre pronti a riprendere la loro ferina attività. Paesi come la Palestina, come il Pakistan, l'Africa con tutte le sue complessità e contraddizioni, sono costantemente minacciati da un acuirsi delle ostilità. Ultima notizia, passata sotto silenzio dalla stampa e dalla televisione italiana, è la guerra nelle Filippine, che ha causato più di cento morti negli ultimi giorni, e centinaia di migliaia di sfollati.

Per affermare la Pace è necessario capire la guerra: troppo spesso la Pace è stata sventolata come scusa per mantenere l'attuale stato delle cose, l'attuale ineguaglianza. Ma più spesso la Guerra è stata sventolata come la soluzione unica per risolvere i problemi, soprattutto quelli delle nazioni più ricche e potenti. La guerra umanitaria, la guerra santa, la guerra giusta sono chimere, fantasmi svolazzanti che nascondono gli interessi economici delle grandi potenze; e contemporaneamente molto, troppo spesso le cosiddette  "guerre di liberazione" (come quella che il Fronte Islamico di Liberazione Moro sta conducendo contro il governo delle Filippine) sono esattamente la soluzione contraria ai problemi: acuiscono la miseria, provocano odio, rancore, morte. 
E con l'odio, il rancore, la morte non si costruisce una società. 

 Cosa c'entra tutto ciò con Pantigliate? Poco, si può pensare. In realtà Pantigliate è un frammento di mondo. Secondo noi, per cambiare le società, per migliorare, per avere un progresso che si coniughi con le esigenze umane, e non solo con le esigenze economiche del potere, bisogna partire dal basso. Dal piccolo e dal basso. 

Diffondere la cultura della pace è un lavoro minuzioso e capillare, perché se nasceranno comunità  che hanno nel sangue e nella mente il valore della pace, la vita dei predicatori della guerra sarà più dura. Noi di S&A lo diciamo spesso, siamo un po' sognatori: sognamo piccole comunità solidali a macchia di leopardo, che un giorno saranno tante e forti, come tante candele nella notte.

Società & Ambiente sarà in piazza della Fontana per affermare, ribadire, condividere il valore della pace, oggi più che mai fondamentale.  

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