lunedì 16 settembre 2013

Digiuno per l'Ambiente

(dal sito dell'Associazione Parco Sud)


Certo, dopo il digiuno che molti -cattolici e non- hanno fatto il 7 settembre per mettere a tacere le armi e far parlare la ragione per mediare la drammatica situazione in Siria, raccontare del digiuno di un sacerdote per protestare su tematiche dell'ambiente sembra poca cosa. 
A noi no. A noi sembra un grande gesto quello di don Albino Bizzotto, fondatore dell'associazione Beati i costruttori di pace, che ha rinunciato al cibo -dal 16 al 29 agosto- per protestare contro l'emergenza ambientale della sua terra, il Veneto, devastato dalle grandi opere. E che prosegue la sua battaglia cercando condivisioni, anche nel digiuno, in tutti noi.

Con questo gesto, il sacerdote ha voluto scuotere le coscienze, cercare di unire i tanti comitati e movimenti di protesta che nascono spontanei, spesso ostacolati dalle istituzioni, ma anche dall'indifferenza, dai gruppi di potere privati e pubblici. Ma don albino ha voluto soprattutto tentare di mettere a freno le decine e decine di progetti che in Veneto, come in gran parte dell'Italia, sono frutto del demoniaco binomio project financing- legge Obiettivo (in teoria da realizzarsi con fondi solo privati, ma troppo spesso finanziati con soldi pubblici), fonte inesauribile di guadagni per i soliti pochi e che stanno portando alla devastazione del territorio nazionale.

I numeri dello scempio del territorio


"Solo in Veneto -ha dichiarato don Albino- dal 1990 al 2000 la superficie agricola è diminuita di 279.830 ettari, cioè del 21,5% e attualmente il consumo del suolo per urbanizzazione e infrastrutture varie è di 1.382 ettari l’anno, pari cioè a 3,8 ettari al giorno".
Ma le grandi opere portano lavoro, è l'obiezione di molti. "Per quanto riguarda l'occupazione che tali opere apporterebbero -ha spiegato a un'incontro con la delegazione di Sel del Veneto- sono scettico sull'occupazione: bisogna tenere presente che si tratta di lavoro a termine, che dopo la conclusione lascia il deserto ambientale e occupazionale, proprio come il boom edilizio di qualche anno fa. Andrebbe trovato un lavoro diffuso sul territorio e per la difesa del territorio". Un punto di vista un po' grillino gli è stato chiesto provocatoriamente: "Sarà grillino, ma bisogna smetterla di considerare l’economia il motore di tutto. Anche la Terra ha una sua grammatica: il nostro sistema aiuta a creare la vita o a distruggerla? In questo c’è tanto silenzio anche da parte della Chiesa".
Ad Altraeconomia, sempre sul tema lavoro, ha dichiarato “Siamo di fronte a una grande contraddizione: in questo momento, l'argomento 'lavoro' tira, è una chiave di soluzione della crisi. Purtroppo, pare che non conosciamo nessun altro modello economico. Mentre la necessità di mettere in sicurezza e tutela l'ambiente potrebbe portare ad inventare modelli di lavoro più diffusi, più concreti”. Questo, però, “non può avvenire in una società fondata sulle grandi opere e non sui servizi sociali, sulla quantità di soldi a disposizione” .

Condivisione del digiuno e della battaglia

La partecipazione di amici, comitati e istituzioni, significativa durante le due settimane di digiuno, non è mancata nei giorni seguenti -dicono dall'associazione Beati i costruttori di pace- Albino è stato impegnato, tra l’altro, anche con la preparazione dell’audizione in Consiglio Regionale del 3 settembre, dov’era stato invitato dal presidente Clodovaldo Ruffato e dove ha spiegato a consiglieri e assessori le ragioni della sua iniziativa.
E la battaglia continua. "Sta proseguendo -aggiungono dall'associazione- la staffetta del digiuno per tutto il mese di settembre fino al 28 e 29 – in cui daremo vita ad un digiuno collettivo, in contemporanea in tutti i siti sensibili alle questioni ambientali della Regione. Vogliamo mantenere desta tanto l’attenzione quanto l’azione, per arrivare ben motivati e in tanti il 9 ottobre davanti alla sede della Giunta regionale. Sono molti quelli che chiedono indicazioni su quello che possono fare per partecipare alle proposte e alle iniziative. Per il momento cerchiamo di coordinare i turni di digiuno, di cui diamo nota. Sta espandendosi il numero dei partecipanti. Nel frattempo sarebbero da  ipotizzare anche iniziative collaterali: lettere, o messaggi, o raccolta firme al Presidente Zaia, o al Consiglio regionale per mantenere attiva la mobilitazione in vari modi". Chi desidera aderire al digiuno può comunicarlo tramite la mail: beati@beati.org o telefonicamente allo 049 8070522 o 340 4539749.

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