domenica 6 ottobre 2013

Saggezza antica e vecchia politica




Cosa c'entra un'antica fiaba con la nostra vita di ogni giorno? 
Leggete e scoprirete... 

L’imperatore della Cina era così innamorato del suo nuovo gioco,gli scacchi, che offrì in dono al suo inventore qualsiasi cosa di sua scelta tra quelle dell’Impero. L’inventore si presentò a palazzo con una scacchiera e chiese umilmente: “ Solo un chicco di riso nella prima casella,Vostra Maestà.” “Solo un chicco di riso?.” “Sì,Vostra Maestà, solo un
chicco di riso nella prima casella,e due chicchi di riso nella seconda casella.” "Tutto qui? Uno e due chicchi di riso?.” “Beh …e quattro chicchi di riso sulla terza casella ,e così via.L’imperatore acconsentì immediatamente alla richiesta apparentemente umile dell’inventore. Dopo trentadue caselle,l’imperatore aveva dato all’inventore circa 4 miliardi di chicchi di riso. E’ una quantità notevole, circa un campo di riso, e l’imperatore iniziò ad accorgersene. Ma l’imperatore poteva ancora rimanere un imperatore. Da lì in poi, però, le cose cambiarono rapidamente: la casella dopo aggiunse altre due risaie, quella dopo ancora quattro, alla fine della quinta riga il debito era salito a più di duecentocinquanta risaie. L’imperatore cominciò allora a comprendere cosa volesse veramente dire che ad ogni nuovo passo il suo debito raddoppiava, e mancavano ancora ventiquattro caselle. Alla fine della sesta riga le risaie erano diventate sessantacinquemila. Ogni nuova casella aggiungeva prima migliaia e poi milioni di altre risaie al patrimonio dell’inventore. Lungo la penultima riga la somma salì a oltre sedici milioni e mezzo di risaie e tutto l’Impero non sarebbe stato sufficiente a farvi fronte. L’inventore fece un respiro profondo di soddisfazione e si alzò in piedi davanti all’imperatore che con calma gli disse: “Per onorare la mia parola, non posso fare altro che cederti il mio Impero”. Fu tutto tranquillo finché l’inventore e l’imperatore proseguirono sino alla prima metà della scacchiera.
Cosa c'entra tutto ciò con noi? La risposta è semplice: viviamo in un sistema economico e politico che si è comportato esattamente come l'imperatore: ha creduto che le risorse del suo vastissimo regno fossero infinite, e ha sottoscritto una cambiale dal valore troppo alto. Oggi a noi sta accadendo lo stesso. Continuare a costruire case, impianti sportivi, palazzi, centri commerciali, e chi più ne ha più ne metta sta riducendo le poche risorse agricole che ci sono rimaste. Il limite è parte della nostra vita, e dobbiamo saperlo accettare. Non ci può essere profitto infinito, case infinite, e contemporaneamente cibo infinito per tutti...  

Nessun commento:

Posta un commento